lunedì 23 maggio 2011

Storia di Treviso

Battistero, Treviso: mosaico 
Il sito, assicurano gli storici, era particolarmente adatto all'insediamento umano. È comunque molto difficile stabilire quando Treviso fece la sua comparsa sulla scena della storia: i primi reperti, individuati presso il Piave e il Sile, risalgono all'età della Pietra. Particolarmente rilevante fu un rinvenimento a Sant'Antonino, nel 1887: si trattava di ossa umane miste a resti di alci e cervi, accompagnate da vari utensili e accessori, come anelli, falcetti, raschiatoi, ami, asce e martelli, pugnali in selce e in rame, terrecotte e spade, risalenti alla tarda età del bronzo. Resti simili vennero ritrovati a Fiera e a Silea. Successivamente, la zona fu abitata dai Liguri Ingauni, dagli Illiri e dai Celti.

Poi vennero i Romani, ed ecco l’antica Tarvisium. Un periodo di prosperità, anche grazie alla strada Postumia e alle vie d’acqua.

Il tramonto e la caduta definitiva dell’impero romano, ovviamente, si fecero avvertire anche in Tarvisium, senza tuttavia provocare disastri irreparabili. Infatti all’epoca di Teodorico la città rimase un importante centro annonario, mentre sotto i Longobardi divenne sede di uno dei trentasei ducati del regno e venne dotata di un’importantissima zecca. Nel 911, però, la città conobbe la devastazione ad opera degli Ungheri. Successivamente cominciarono a delinearsi i futuri ordinamenti comunali, che furono riconosciuti nel 1164 da Federico Barbarossa. Questo, naturalmente, dopo che quest’ultimo fu sconfitto nella famosa battaglia di Legnano dalla Lega Lombarda e da quella Veronese).

Dante Alighieri 
Fu allora, sull’onda della vittoria, che la città si arricchì di splendidi monumenti e palazzi. La caratteristica principale di molte ricche dimore era, allora e fino ad epoca rinascimentale, il fatto che esse presentavano facciate affrescate (di qui la denominazione di urbs picta, cioè “città dipinta”), che peraltro si possono ammirare ancora oggi. Fu un’epoca piuttosto felice, tanto che la città si fece la fama di un posto dove si conduceva una vita piuttosto gaudente e spensierata, animata da feste e celebrazioni, quali quella del Castello d'Amore (erano i tempi in cui la città e il suo territorio si guadagnarono il titolo di “Marca gioiosa et amorosa”). Ne fu partecipe persino Dante Alighieri, cacciato dalla sua Firenze, che trascorse a Treviso parte del suo esilio.

Sul piano politico, nel XIII secolo anche Treviso visse la crisi del comune e l’affermarsi delle signorie. I primi ad impossessarsi di Treviso furono gli Ezzelini. I fratelli Ezzelino III ed Alberico da Romano dominarono sul territorio tra il 1237 ed il 1260. Poi la città fu preda di lotte intestine tra Guelfi e Ghibellini. Nel 1283, il guelfo Gherardo da Camino divenne signore della città e questa conobbe una decisa ripresa economica e culturale. Ma proprio la riconquistata prosperià espose Treviso e i centri limitrofi, quali Castelfranco Veneto, Cittadella e Conegliano, alle mire delle potenti signorie vicine, specialmente a quelle dei Carraresi e degli Scaligeri (questi ultimi occuparono la Marca nel decennio 1329-1339). La lotta per il dominio su Treviso si placò per breve tempo nel 1339 quando la città si diede spontaneamente a Venezia, diventando il primo possedimento in terraferma della Serenissima. In conseguenza di ciò, tuttavia, la città si trovò coinvolta nelle guerre per il predominio sulla penisola italiana e conobbe alterne vicende: fu retta dal duca d'Austria tra il 1381 ed il 1384, dal 1384 al 1388 fu sotto i Carraresi. E fu allora che Treviso ritornò, per restarvi, sotto le ali del Leone di San Marco, ciòè sotto la Serenissima.

Scorcio delle mura di Treviso 

Da notare che successivamente al 1509, cioè dopo l’assedio subito da parte dell’esercito della lega di Cambrai, Treviso fu trasformata in fortezza e dotata delle mura che ammiriamo ancor oggi. Sotto la guida dell’architetto e ingegnere idraulico veronese Fra’ Giocondo, furono eretti imponenti bastioni ed eseguite grandi opere idrauliche dentro e fuori le mura, i borghi furono ristrutturati e le porte d'accesso alla città passarono a tre (San Tomaso, Santi Quaranta ed Altinia). La capacità difensiva di Treviso, cioè, fu enormemente potenziata.

La città condivise le sorti di Venezia fino al 1797, quando fu conquistata dalle armate di Napoleone. Essa passò quindi all'Austria e poi al Regno Italico (1805) e di nuovo all'Austria (1813). Nel 1848 seguì Venezia nella rivoluzione contro gli austriaci, ma il 14 giugno dovette arrendersi. Dopo tutte queste vicissitudini, il 15 luglio 1866 i bersaglieri italiani entrarono in città.

Nessun commento:

Posta un commento