mercoledì 11 maggio 2011

Il dramma del parcheggio

Una settimana fa ho avuto un’avventura, o meglio una disavventura, alquanto particolare in quel di Treviso. Era un sabato pomeriggio stupendo, il cielo era limpido, il sole scottava, una tipica giornata primaverile.
Io e mia sorella, neopatentata, abbiamo così deciso di visitare un paio di negozi nel centro di Treviso. Dopo una lunga discussione con mia mamma, io e mia sorella siamo riusciti a convincerla di lasciarci andare da soli, ma non con l’autobus, bensì in macchina.
Arrivati a Treviso, ci siamo trovati di fronte ad un problema molto frequente nel centro: il parcheggio. Per non pagare la quota necessaria per parcheggiare all’interno delle mura, abbiamo deciso di cercare posti liberi in uno di quei parcheggi super affollati fuori dal centro. Dopo circa un ventina di minuti  di affannosa ricerca  trovammo un posto. Il problema sembrava risolto, perché davo per scontato il fatto che mia sorella fosse in grado di parcheggiare..., ma le cose, purtroppo, non stavano esattamente così.
Per facilitarla scesi dall’auto e cercai di aiutarla nell’eseguire la manovra con  frasi tipo, “Avanti, avanti, occhio, stop” e, all’occorrenza, “Maria Vergine!” Dopo una decina di tentativi, ci provò con decisione e finì per sfiorare l'auto a fianco. La situazione era un po’ ardua perché se avesse provato ad effettuare la retromarcia avrebbe finito per strisciare l’altra macchina; dopo 10 minuti di panico, e dopo essere stati derisi da circa un centinaio di persone, è arrivato un signore che, gentilmente, e con una semplicità quasi umiliante, ha eseguito la manovra ed ha parcheggiato la macchina.
Questo piccolo inconveniente, forse, può rendere l'idea del problema-parcheggi  in quel di Treviso. (C.F.)

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